lunedì 22 febbraio 2016

La pelle del serpente







E' passato davvero un sacco di tempo dalla mia ultima pubblicazione. Ma, sapete, talvolta è necessario estraniarsi per dar spazio alle cose di dentro: come nel succedersi ciclico delle stagioni, sembra che tutto resti fermo ed invece, da un giorno all'altro, le ultime vecchie foglie si staccano e compaiono le prime gemme, che vengon fuori prima di tutto da un calore di dentro, poi aiutate dalla mitezza del clima esterno.

Così vecchie foglie sono cadute... quelle che restano attaccate fino all'ultimo, che fino alla fine si ostinano a succhiare linfa, sebbene oramai non abbia più senso; nuove foglie stanno preparandosi alla primavera ed è tutto un lavorio, un fermento di attività, di pensieri, di vita... 
Perché succede! Credete a me! Succede che una mattina ci si svegli e nel letto si ritrovi la propria vecchia pelle, una pelle che non ci appartiene più, che quasi non riconosciamo, sebbene ci abbia accompagnato per diverso tempo; una pelle che non è più la nostra e stentiamo a riconoscere; una pelle che guardiamo con tenerezza, perché ci fa sorridere l'idea di quanto potevamo sembrare goffi con addosso quel vestito così grande, così vecchio, così liso...

E quando succede, non capita per caso... hai fatto un percorso, ti sei messo in discussione, ti sei fatto male a volte, ed altre sei riuscito pure a volare alto; hai avuto paura e magari ti sei sentito smarrito... Ma poi, dopo mille traversie, senti che la metamorfosi è avvenuta, che tu sei diverso; che il tuo bagaglio è più pesante, ma tu sei più forte e non ne senti il peso; senti che hai polmoni più grandi per respirare meglio, mente più aperta per capire di più, cuore sgombero per accogliere, ma ricco per donare... e capita credetemi! Capita a tutti se ci si sa ascoltare!

E' che, a volte, il cambiamento fa paura, ed anzi proprio in proposito leggevo una storia giorni fa, di uno scrittore che, discutendo col proprio editore in merito al titolo da dare al libro in uscita, venne redarguito perché era controprudecente inserire in esso il termine "cambiamento"... perché, continuava lo scrittore, la paura del cambiamento è una delle più radicate e potenti nell'essere umano. 

Forse è vero: mettersi in gioco, riconsiderarsi, riconsiderare la propria vita, cambiare la propria scala di valori e di bisogni, spogliarsi dell'abitudine... sono tutte cose che avvengono non senza pagare un prezzo salato in termini di impegno ed energie...
Ma è pur vero che tutto muta attorno a noi e, spesso, restiamo immobili a guardare il mondo che cambia, la natura che si modifica, la vita che passa... senza variare di una virgola ciò che riguarda noi e il nostro personalissimo universo! E' da qui che nasce il malessere interiore credo, dalla resistenza, cieca e sorda, al cambiamento.

Allora guardiamoci dentro più spesso; sintonizziamoci su noi stessi; cerchiamo di liberarci dai fili, a volte catene, che ci ancorano ad un passato che non ci appartiene più, ad un "Io" che non è più il nostro, ad un "Ego" prepotente e furioso che non lascia spazio alla discussione.
Allora spieghiamo le ali ed andiamo incontro a questa nuova primavera: un momento di rinascita, di rinascita della natura e di rinascita del nostro Spirito.


Alla prossima, stay tuned!