Sono giorni che non
scrivo per non ammorbarvi con i miei pensieri; sono giorni che evito di misurarmi
con la pagina bianca, per non dover fare i conti con me stessa; sono giorni che
mi piacerebbe chiudermi in un armadio e, come nelle Cronache di Narnia,
scoprire che esso è un portale per un mondo fantastico in cui alla fine il bene
vince sul male.
Ma, sebbene ci abbia
provato, con la scusa del cambio di stagione, l’armadio era, lo è tuttora, sempre
e solo un luogo angusto e buio, in cui anche io da bambina mi nascondevo per
giocare… ma il nascondermici ora non ha portato la stessa
emozione, la stessa trepidazione dell’animo, che provavo quando, da piccola,
richiudevo le sue ante lasciando fuori la realtà, con cui, già allora, andavo
poco d’accordo.
Non saprei dirvi che
cosa stia succedendo in me, una sorta di trasformazione, un bisogno di
cambiamento, una gran voglia di rinascita e un desiderio di benessere che mi
manca da troppo tempo; ogni giorno, uno dietro l’altro, è sempre uguale a se
stesso: provo a modificarne l’andamento, a movimentare le cose, a rendere
speciale la mia quotidianità, anche con piccole variazioni… ma, inevitabilmente,
tutto sembra ripetersi con gli stessi schemi, con le stesse dinamiche, con le
stesse inutili attività.
E allora mi domando se
sia veramente questo vivere, se davvero ci affanniamo tanto per avere poi tanto
poco. Allora mi domando se basti questo per essere felice, ed io non sia in
grado di capirlo; se sia questo quello che chiamano “serenità”, se non ci sia
dell’altro che ora non riesco a vedere perché alla ricerca di una me stessa che
si deve essere cacciata chissà dove con l’ultimo trasloco.
Come avrete capito sono
nel caos più totale, mi pongo mille domande e nel mentre cerco di iniziare a
rispondere alle prime, già me ne faccio di altre. Nietzsche diceva che “Bisogna
avere del caos dentro di sé per generare una stella danzante”… e allora che
caos sia, se per raggiungere l’equilibrio interiore dovrò smontare e rimontare
la mia vita ancora una volta! E allora che caos sia, se per godere di un vivere
inimitabile, dovrò mettere in discussione ancora, nuovamente, tutto quello che
ho costruito fino adesso! E allora che caos sia, se per distendere muscoli e
nervi dovrò prima di tutto tenderli fino allo spasimo; e allora che caos sia,
se tutto questo tribolare mi porterà alla fine un po’ di pace.
Fino ad oggi non ho mai
smesso di tenere duro: problemi, avversità, momenti di sconforto, perdite,
ferite, delusioni… tutte cose che mi hanno fiaccato l’animo e, paradossalmente,
l’han reso più forte; fino ad oggi ho combattuto con un coltello fra i denti
per tenermi stretto quel poco che avevo conquistato; fino adesso ho dato il
massimo che potevo dare, senza mai domandarmi se fosse giusto o sbagliato… ma
sapete cosa c’è? Che arrivata a questa età, ti domandi, inevitabilmente, fino a
dove vuoi spingerti, ché non è più questione di volontà, ma di quanto di te
stesso sei disposto a perdere pur di tenere insieme quella parvenza di
equilibrio che hai, maldestramente, creato.
Ma, come ho già detto
un’altra volta, non riesco a vivere con l’idea di affrontare un’esistenza fatta
di niente di speciale, fatta di un ciclico ripetersi di eventi e situazioni
sempre uguali a se stesse; fatta di poco e di persone da poco, che oggi ci sono
e domani chissà… io son certa di essere
in grado di generare quella stella danzante di cui Nietzsche parlava… e allora
che sia il caos e tutto quello che ne arriverà.
...con riferimento al tuo articolo...una citazione meno illustre,ma piu "vicina" di Nietzsche..."certe crisi son soltanto segni di qualcosa dentro che sta urlando per uscire"..."Guccini - Vedi Cara "
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