domenica 20 dicembre 2015

La recherche



Quest’oggi mi sono confrontata, in merito ai miei scritti, con una persona da me tenuta in gran considerazione: una persona che stimo, che ammiro, che tuttavia conosco poco, come poco lei conosce me, ma che per qualche oscura ragione è entrata fortuitamente nella mia vita e vi è rimasta. Una di quelle persone con cui si instaura un dialogo profondo, una sorta di alchimia, di chimica dell’anima…

Ebbene, pur apprezzando il mio stile, i miei testi, ha sentito la necessità di farmi un appunto e di farmi notare che, forse, i miei messaggi, pur pregni di significato, dovrebbero avere una portata più universale e meno personale.
Naturalmente ho pensato molto a quanto mi ha detto e se sono qui a scriverne è perché la cosa non mi ha lasciata indifferente, ma mi ha dato del materiale su cui lavorare. Forte della sua profonda cultura mi ha fatto l’esempio di Proust, ma se la memoria non mi inganna, il caro vecchio Marcel, nella sua Recherche, racconta la storia di una coscienza in cerca della sua identità, e solo alla fine, dopo oltre tremila pagine, l’autore scopre LA verità, e cioè scopre che nulla è realmente perduto, ma che in qualche modo il passato si possa rivivere, a patto che il mondo ricreato sia un mondo artistico, letterario, mistico, interiore, in cui tempo e memoria giocano fra loro.

Ora, la mia sintesi del La Recherche è assolutamente riduttiva ed i più insorgeranno nel leggerla, ma ciò su cui vorrei soffermarmi è la necessità, umana, di ciascuno, di dare una identità alla propria coscienza… allora mi dico che i miei interrogativi, le mie riflessioni, le mie analisi del tempo, dello spazio, delle occasioni, delle persone, per quanto soggettive e fatte in base al mio punto di vista, alle mie esperienze, siano solo il primo step di un lungo cammino che mi sono consapevolmente decisa a percorrere al fine di dare "un nome e un volto" alla mia coscienza.

Del resto, l’idea del blog non è nata con lo scopo di impartire lezioni di vita: ognuno di noi, con i suoi propri tempi, chi in un modo e chi in un altro, per capire deve fare esperienza dell’esperibile… perché finché le cose te le raccontano, finché le cose le leggi su una pagina, finché le cose non le vivi direttamente sulla tua pelle… ecco quelle cose restano solo parole: belle magari, sensate a volte, poetiche, a tratti amare, talvolta intrise di una speranza che è tipica di chi non vuole arrendersi… ma comunque, sempre e solo, parole!

Quindi no! Non credo che il mio blog dovrebbe cambiar pelle! Nelle cose che racconto scrivendo c’è tanto di me, è vero! Ma perché è solo da me che posso partire… altrimenti, se volessi dare un’impronta diversa a queste pagine, sarebbe come snaturarle e snaturarmi. Se avessi voluto far lezione avrei chiesto una cattedra: ma sto ancora imparando a viverla io la vita, una vita che tante volte prendo a morsi e che altrettante volte morde me… come potrei dare un senso di universalità a delle righe che sono, prima di ogni altra cosa, un'analisi delle mie esperienze e del mio sentire? Come potrei trasformare in messaggi di una certa portata questi flussi di coscienza che si riversano nel web come gocce in un oceano di informazioni già esaustive e complete?

Ma come ogni goccia è importante per creare quell’immensa distesa d’acqua, così queste pagine hanno un senso per me che le scrivo e, spero, per voi che le leggete!


Alla prossima, stay tuned!

domenica 13 dicembre 2015

Waiting for Christmas


Natale è sempre più vicino: la corsa ai regali è cominciata già da un po', da qualche parte in Italia i bimbi attendono trepidanti che Santa Lucia porti l'acconto dei doni da ricevere, ed io mi guardo attorno un po' stranita, nella mia "nuova" casa vestita a festa.

Ogni addobbo, ogni decorazione... è un pezzettino di vita, la mia, che si è costruita nel tempo: guardare l'albero illuminato è per me come visualizzare la mappa degli anni trascorsi; ogni pallina, fiocchetto o pendente ha la sua storia e ricordo precisamente il momento in cui è stato acquistato, dove e con chi l'ho scelto... lascio che lo sguardo vi scivoli sopra e i visi delle persone che erano con me scorrono come in un album di fotografie. A volte mi soffermo su uno, a volte su un altro, e mi accorgo di quanta storia sia scritta su un semplice albero di Natale.

E così, questa festa, che da piccola era solo ed unicamente un momento di gioia, man mano che gli anni passano acquista connotazioni differenti: la nostalgia degli anni passati, delle persone che per svariate ragioni non ci sono più, di quelle che  - malgrado il tempo e le distanze - continuano ad esserci; il sapore agrodolce dei ricordi, di quei momenti in cui per essere felice bastava davvero poco... quel poco che a ben vedere, oggi, era in realtà molto di più di quanto allora potessi percepire; la voglia di riavere tutti vicini, pur sapendo che non è possibile... ma nei giorni che precedono le feste, chissà perché, si sente più forte il profumo delle persone che non abbiamo più accanto a noi.

E lo vivo così, su un'altalena di umori contrastanti: attimi di estrema dolcezza alternati ad istanti di amarezza quasi feroce... perché crescere è anche questo: vedere le due facce della medaglia, sapere che per quanto qualcosa sia stato e, talvolta, continuerà ad esserlo, magico e indimenticabile, ha comunque anche l'altro verso, in cui nostalgia e assenza la fanno da padroni.

Tuttavia, malgrado questo, continuo ad amare il momento della preparazione. Il tirar fuori gli addobbi e l'iniziare a fare il sorriso ebete per ogni decorazione che mi passa fra le mani: alcune hanno subito le ingiurie del tempo e risultano un po' invecchiate, altre, più recenti, fanno sfoggio della loro integrità, altre ancora semplicemente non mi piacciono più, ma continuo a tenerle perché raccontano un pezzettino di vita che non mi va di perdere.

Così, ogni anno, mi ritrovo con le mani immerse in scatoloni polverosi a far la conta dei Natali passati, a pensare a come saranno quelli che devono ancora venire, a chi sarà con me, a chi non c'è più, a chi vorrei accanto e a chi, magari, arriverà...

Così, ogni anno, rivesto a festa la mia casa con la stessa dedizione ed attenzione che negli ultimi dieci anni gli ho dedicato, senza saltarne neppure uno: persino a ridosso di un trasloco, con i colli che invadevano ogni stanza, a casa mia lo scatolone dell'albero fu aperto prima di quelli della cucina...

Così, ogni anno, mentre appendo palline e ghirlande, faccio un salto indietro nel tempo, ma anche un salto avanti... perché mi pervade la speranza che ci siano, dietro l'angolo ad aspettarmi, altri meravigliosi momenti da condividere con le persone che amo.

Ed ora che tutto è al suo posto, che ogni decoro ha una sua collocazione, che le luci sono sistemate ad arte e che la Tramontana soffia forte facendo sentire la rigidità dell'inverno, non mi resta che aspettare Natale... 


Alla prossima, stay tuned!


domenica 6 dicembre 2015

Cose che ho imparato negli ultimi mesi...

Il bello di un blog è che puoi sederti e raccontare cose, storie, fatti e sogni, indipendentemente dal fatto che qualcun altro le legga: intanto tu hai lanciato il tuo grido nel web, e sai, che prima o dopo, presto o tardi, qualcuno lo leggerà...

Non mi importa il numero dei followers, non mi importa avere la certezza che chi attraversa la rete si fermi a leggere, mi importa esprimermi, dare voce ai miei pensieri, lasciare che essi scivolino "dalla mente al cuore", senza vincoli o freni di sorta... mi importa lasciare una traccia che sia la mia e che renda unico il mio passaggio attraverso queste lande.

Avrei mille cose da dire su ciò che ho vissuto in questi ultimi tempi, in cui il silenzio si è fatto portavoce di miei pensieri... avrei cose da raccontare sulle persone che pensavo di aver imparato a conoscere, ma che in realtà non conoscevo affatto; avrei da dire riguardo alle ferite che mi hanno messa al tappeto, perché è così e non mi vergogno a dirlo... ma ho preferito che fosse il mio silenzio l'indicatore del mio stato d'animo.

Poi mi sono resa conto che il silenzio non si sente, che le pagine bianche non fanno riflettere, che a nessuno è dato di capire nulla se ci si chiude in se stessi e non si affrontano i discorsi e non ci si racconta... con questo non starò qui ad ammorbarvi con storie strappalacrime, che hanno già disidratato la sottoscritta... no! Non lo farò! Ma una cosa voglio dirvela e spero non la riteniate sciocca! Lo farò attraverso una modalità a me cara per svariate ragioni, una modalità semplice che nulla ha a che vedere con i voli pindarici a cui sono tanto affezionata, una modalità presa in prestito dal grande Saviano, quella dell'elenco.

Cose che ho imparato in questi ultimi mesi:

- Ho imparato che non importa quanto tu tenga ad una persona... questa, da un momento all'altro, potrà voltarti le spalle.
- Ho imparato che non conta quanta passione si abbia per qualcosa... non necessariamente essa diverrà il tuo mezzo di sostentamento.
- Ho imparato che non puoi insegnare ad amare a chi non sa farlo.
- Ho imparato che la maggior parte delle persone finge di essere ciò che non è, e di provare cose che non prova.
- Ho imparato che le distanze sono un limite apparente... "se vuoi essere vicino a qualcuno che ami, non ci sei forse già?"
- Ho imparato che non esiste casa se non esistono gli affetti.
- Ho imparato che i gatti (anche quelli killer) hanno una sensibilità particolare... e se una persona non gli piace hanno le loro sacrosante ragioni.
- Ho imparato che le persone si riempiono la bocca di parole... e, talvolta, finiscono per crederci anche loro a quello che dicono.
- Ho imparato che ci sono grandi maestri della finzione e dell'inganno... chapeau per la vostra incredibile bravura.
- Ho imparato che non ci si deve mai vergognare di ciò che si prova... l'onestà non paga, ma ti permette di guardarti allo specchio senza provare vergogna.
- Ho imparato che puoi farti in due, in quattro, in otto per qualcun altro: ma chi è troppo egoista non sarà mai in grado di apprezzarlo.
- Ho imparato che è meglio un po' di solitudine, che le false compagnie.
- Ho imparato che aspettare, pazientare, attendere non sempre sono la soluzione ad un problema.
- Ho imparato che se c'è un problema va affrontato di petto, anche se la soluzione farà male.
- Ho imparato che non si può sempre dare... ogni tanto fa piacere anche ricevere!
- Ho imparato che ci sono persone per cui vale la pena mettersi in gioco e altre per cui non bisognerebbe mai investire tempo ed energie (ma non è stata una cosa indolore impararlo).
- Ho imparato che credere di poter aiutare qualcuno che non vuol essere aiutato è solo un'utopia.
- Ho imparato che ci si può ritrovare col culo a terra, ma non per questo si è finiti.
- Ho imparato che puoi calpestare la tua dignità e il tuo orgoglio, ma arriva sempre il momento in cui alzi la testa e urli "Basta"!
- Ho imparato che una buona bottiglia di vino, bevuta da sola, in una sera d'inverno, può darti quella forza per urlare quel "Basta" di cui sopra.
- Ho imparato che a volte ti vien voglia di buttare tutto per aria, ma conti fino a cento, respiri e vai avanti.
- Ho imparato che da un messaggio arrivato per sbaglio possono nascere cose inaspettate.
- Ho imparato che puoi anche vestire la tua casa a festa, ma la festa, per sentirla, devi averla nel cuore.
- Ho imparato che le persone a cui non piace niente... sono persone tristi e prive di entusiasmo. Così come quelle a cui va bene tutto, in realtà non amano niente e quindi sono tristi e prive di entusiasmo comunque.
- Ho imparato che a volte ci si può sentire delusi e amareggiati, ma ci sarà prima o poi un raggio di sole che ti scalderà nuovamente il cuore.
- Ho imparato che non serve offrire se stessi e il proprio tempo a chi non fa lo stesso con te.
- Ho imparato che bisogna diffidare da chi si sente una vittima degli eventi, da chi ti elenca i suoi problemi per trovare giustificazioni ai suoi comportamenti, da chi si nasconde dietro a nuvole di patetismo per non prendersi le sue responsabilità: tutti hanno i loro problemi, ma cerchiamo di risolverli senza intaccare le vite altrui.
- Ho imparato che gli amici sono un bene prezioso e le sorelle un bene ancora più grande.
- Ho imparato che non esiste delusione che possa togliermi la voglia di sorridere.
- Ho imparato che non esiste dolore che non abbia un senso nel grande quadro della mia vita, e che lo stare male non è mai fine a se stesso.
- Ho imparato che se qualcuno mi delude... il mio cuore lo smarrisce, lo perde... e sarà difficile che lo recuperi.
- Ho imparato che le persone vanno e vengono nelle nostre esistenze, ma ci sono alcune che restano: non lo so come fanno, ma restano!
-Ho imparato che vivere è faticoso, a tratti estenuante, e che "non è senza un prezzo salato diventare grandi"; ma mi hanno detto anche che ne vale la pena... appena imparo anche questo ve lo dico!
- Ho imparato che ho ancora un sacco di cose da imparare e, "strada facendo", le impareremo assieme!


Alla prossima, stay tuned!