Nasce da un pensiero estemporaneo questo post, da una cena con una persona che sto imparando a conoscere, da riflessioni fulminee che mi hanno folgorata da un momento all'altro.
Nasce dall'esigenza di fare chiarezza, laddove, fino ad ora, chiarezza se ne è vista poca.
Nasce dal bisogno di capire, capire le persone e come le loro menti viaggino.
Dicevo di una cena, seduti tranquilli, a chiacchierare di nuvole e poesia, fra una risata e un pensiero serio... e poi d'un tratto, dal nulla, l'ilarità di chi hai di fronte si spegne, il sorriso svanisce, lo sguardo si rabbuia e tu, tu guardi questa sorta di trasfigurazione senza capire che cosa hai detto, fatto o anche solo pensato che possa aver urtato la sua sensibilità. Chiedi spiegazioni, "Brutti pensieri" ti dice, "E' meglio che vada" continua, e tu resti lì, fra l'incredulo e il rammaricato, a domandarti se non sia stato il troppo vino, o la tua cena etnica, ad aver causato tutto questo.
Scherzi a parte, ci son rimasta male ed è da questo mio stare male che nasce la riflessione: non sto a sindacare sulle ragioni, a me sconosciute, che han portato a questo stato di cose; la persona in questione, come ho detto, la sto imparando a conoscere, non conosco gli antefatti della sua vita, le esperienze che l'hanno portata ad essere chi è, i fantasmi con cui combatte... non conosco i suoi trascorsi, se non per qualche sporadico accenno di cui mi ha fatto dono, ma ci sono rimasta male.
Di quel male subdolo che si insinua sottopelle, e che ti lascia quel senso di amaro in fondo alla gola che, a distanza di 24 ore, ancora faccio fatica a mandar giù.
E naturalmente, cercando una spiegazione, la risposta è stata "Non mi va di parlarne!" e son rimasta con le mani in mano a guardare il silenzio farsi strada nei nostri cuori, la distanza mettere dei paletti ben piantati ai quattro lati, il vuoto costellare uno sguardo che fino a pochi istanti prima traboccava di vitalità ed entusiasmo.
E allora mi domando... cos'è che all'improvviso fa passare un individuo "x", dalla serenità - quanto meno apparente - al dolore, profondo come un sospiro, che ho potuto scorgere in quegli occhi? Come può mutare, in un battito di ciglia, il colore di un'animo? Cos'è che trasforma la frequenza di quelle vibrazioni, che pochi secondi prima erano così positive e in risonanza con le mie?
Ohibò, forse dovrei chiederlo al diretto interessato, ma ci sono cose che - malgrado si creda nella complicità come elemento fondante di qualsiasi genere di rapporto - non si ha il coraggio, la voglia, la forza o anche solo il desiderio di esternare, come se il farlo potesse generare una falla nel nostro sistema, come se il farlo potesse in qualche modo intaccarci.
Ad oggi, con un minimo di esperienza e con tanta ancora da fare, so che non è così che si esorcizzano i fantasmi di dentro; ad oggi so che chiudersi a riccio e rifuggire il confronto, porta solo ad ingigantire i problemi e a farli diventare ingestibili; ad oggi, non senza averne fatte le spese in prima persona, so che i "non detti", i "taciuti", i "nascosti", sono il miglior modo per vivere a metà, lasciando che il passato continui a condizionare il nostro presente. Ad oggi, senza alcuna presunzione, ma anzi , con l'umiltà di chi ha sbagliato tanto ed è caduta innumerevoli volte, vorrei poter regalare quel po' che so e che ho appreso nel tempo a chi ancora determinate cose non le ha colte: ma forse ciascuno deve necessariamente fare il proprio cammino ed io posso solo restare a guardare.
Del resto la vita fa il suo corso e, come all'Università, gli esami li devi sostenere se vuoi andare avanti; tuttavia, se qualcuno quell'esame lo ha già dato, non c'è nulla di male a chiedere un consiglio e un supporto per poterlo superare in maniera brillante. Vorrei far capire questo a quella persona, vorrei trasmettergli la serenità necessaria per affrontare quei "brutti pensieri" di cui sopra... ché talvolta basta davvero tanto poco per ridimensionare un problema che, se reiterato nel tempo, si rafforza e cresce, diventando davvero insormontabile.
Come ho scritto in un altro post è un'utopia pensare di aiutare chi non vuol essere aiutato, ma se hai a cuore qualcuno la logica e la razionalità perdono un po' di mordente e allora, tramite queste righe lanciate nell'etere, voglio solo far sapere a questa persona che io ci sono per lei e che nessun cattivo pensiero, nessun problema, nessun dolore che dal passato ritorna a volte con ferocia, ha il diritto di spegnere quel sorriso pulsante di vita, e che - talvolta - affrontare le cose in due può essere la carta vincente per superare tutto.
Alla prossima, stay tuned!!
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