martedì 29 marzo 2016

La roulette russa






I pensieri, in questi giorni si susseguono incalzanti; la mia mente è una macchina sempre in funzione, che non si dà tregua neanche per dormire... e mentre ieri sera guardavo la luna che ammiccava alla mia finestra, ho iniziato a pensare come, talvolta, le relazioni fra le persone somiglino ad una sorta di roulette russa. Si posiziona il proiettile nel tamburo del revolver, lo si fa girare e ci si passa la pistola premendo il grilletto a turno, tante volte va bene, ma c'è poi quell'unica volta in cui il proiettile esplode e qualcuno rimane ucciso. Il gioco finisce, si copre il corpo ancora caldo di vita, e si procede per la propria strada in un misto di sollievo e dispiacere... sollievo per aver chiuso i giochi, dispiacere (almeno credo) perché -in ogni caso- hai perso qualcuno.


Direi che come metafora dei rapporti umani sia abbastanza calzante: la leggerezza con cui ci si approccia ad essi somiglia a quella con cui ci si avvicina a un gioco, senza considerare che le persone con cui lo si sta iniziando non sono delle pedine inanimate, ma esseri senzienti. Se tutte le parti ne fossero consapevoli, il problema non sussisterebbe; esso sorge nel momento in cui una delle parti coinvolte nella partita, non è cosciente di star giocando.



In quel caso chi perde, chi becca il proiettile, resta davvero a terra e non sempre le ferite guariscono e si rimarginano tanto in fretta; ci vorrà del tempo e sarà difficile tornare a fidarsi, ed in ogni caso quando ci si avvicinerà a qualcuno, le cicatrici che ti porti dentro saranno sempre lì a ricordarti quanto possa essere letale credere a una persona.


Esperienze negative ne abbiamo fatte tutti nel corso degli anni, ma quelle che -a parer mio- sono più desolanti, sono quelle che fai in età adulta, quando credi che, ormai, le persone hai imparato a conoscerle e che non ti farai più trarre in inganno. 


Invece, inevitabilmente, succede che, forse per una fiducia innata nel genere umano, pensi di poterti fidare di nuovo perché le persone non son fatte tutte della stessa pasta... alcune, lo speri sempre, sono fatte "della stessa sostanza dei sogni" e sapranno portarti in alto in uno spazio siderale tutto vostro. Salvo poi lasciarti precipitare nel vuoto quando ritengano che il gioco gli sia venuto a noia. 


Non voglio fare generalizzazioni inique, perché davvero credo che possa esserci del buono in ciascuno di noi... ma come tutto ciò che ci circonda, abbiamo una natura duale, che si compone di un lato oscuro e uno luminoso; talvolta prevale l'uno, talvolta l'altro: dovremmo imparare invece a bilanciare le parti o a far prevalere la parte migliore.

Sarebbe bello se, per una volta, tutti si risplendesse del nostro lato luminoso; sarebbe bello, per una volta, accompagnarsi a qualcuno senza il timore che ci lascerà cadere nel vuoto; sarebbe bello sì, ma temo che sia solo un sogno ispirato da quella luna beffarda che ieri mi irrideva da lassù!

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