Chiedo scusa per il silenzio, ma non è dipeso da me… un
piccolo incidente mi ha creato dei problemi e, come se non bastasse, una serie
di tempeste emotive hanno fatto il resto.
Cerco sempre di non farmi abbattere dai problemi: credetemi!
Ne ho avuti tanti in passato, alcuni anche di non lieve entità, ma alla fine,
vuoi per forza d’animo, vuoi perché la voglia di risorgere dalle mie proprie
ceneri, come l’araba fenice, è sempre più forte del dolore che mi attanaglia il
petto e mi blocca il respiro, ne sono sempre venuta fuori, a volte da sola, a
volte con il preziosissimo supporto delle persone che mi erano vicine.
Io credo che la ricchezza più grande che possediamo siamo
noi stessi; ma credo anche che quel noi stessi si vivifichi e si rafforzi
attraverso gli altri! Non esiste cosa che non siamo in grado di affrontare;
anche quando le forze sembrano abbandonarci e lì per lì ci sembra che tutto sia
perduto, in realtà stiamo solo riprendendo fiato per ricominciare la corsa. A
volte capita che si riparta a rilento, altre sembriamo delle schegge impazzite:
ma in ogni caso stiamo ripartendo, ed è quello che conta!
Poi ci sono dei casi in cui, per quanto impegno una ci metta
per ricostruirsi, sembra che tutto remi contro! Dal lavoro ai rapporti
personali, sembra che tutto vada storto e che l’unica soluzione sia rimettere
la propria vita in una valigia e ripartire verso un altrove che non sai.
Ed in effetti è quello che sto pensando di fare: quando
metti su una bilancia le ragioni per restare e quelle per andartene e vedi,
ancora una volta, che quelle per andartene pesano di più… ti rendi conto che –
alla fin fine – hai aspettato pure troppo per prendere la decisione. “Avevo le
mie ragioni” ti dici, ma sai che è una balla che ti racconti per giustificare
tutto il tempo che hai perso dietro a sogni e fantasie che non avevano
nessunissima ragion d’essere, se non nel tuo immaginario.
E così ci si rimette in cammino, alla ricerca di quella
serenità che negli anni ho continuamente sfiorato, ma mai posseduto realmente.
Ci si rimette in cammino con la speranza di costruirsi qualcosa di più, perché
una vita fatta di niente di speciale è preferibile lasciarla a chi si
accontenta di poco, ma certamente non fa per me. Ci si rimette in cammino con
delle nuove ferite sul cuore e sull'anima, ma con la consapevolezza che oggi
siamo più ricchi non per quello che abbiamo ricevuto, ma per quanto siamo stati
in grado di dare. Ci si rimette in cammino con la speranza che il nuovo ci
risvegli dal torpore emotivo in cui ci siamo volutamente immersi per soffrire
meno, perché, ahimè, il modo per non soffrire proprio io ancora non lo conosco.
So di persone che pur di non stare male, di non soffrire
appunto, preferiscono chiudersi a riccio e guardare il mondo da un oblò, come
diceva una vecchia canzone… ma questo per me equivale a non vivere, o a vivere a
metà. Preferisco procurarmi qualche contusione sul cuore, ma avere la certezza
di non avere nessun rimpianto, di aver goduto a piene mani di tutto ciò che mi
è stato dato o che mi son conquistata, con fatica e dedizione, di aver saputo,
un volta ancora, meravigliarmi di un tramonto e ballare sotto la pioggia. Ogni
cosa e ogni persona che sia passata per la mia pazza vita, equivale per me a un
tassello del mio mosaico, quel mosaico che mi rappresenta e mi rende la persona
che sono; ogni cosa e ogni persona che ho trovato sul mio cammino, che abbiano
lasciato ricordi positivi o negativi, la considererò sempre un valore aggiunto,
per quel che mi ha donato o per quello che mi ha tolto: in ogni caso mi avrà
reso migliore!
Ed ora, che è arrivato il momento di far fagotto, mi congedo
da questi luoghi in cerca della mia casa… ché la casa dicono sia dove sta il
cuore, ma il mio cuore è un esule, e a me non resta che seguirlo.
Alla prossima, stay tuned!
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