Serata con amici… che si fa, che non si fa… dopo una
serie di ipotesi vagliate, escluse, valutate e rivalutate, si decide – mio malgrado
– di andare a ballare. Certe volte mi domando perché debba esserci una
democrazia anche in questi casi, quando un sano dispotismo che imponga il mio
volere, quanto meno per anzianità, sarebbe la soluzione migliore. In ogni caso
alla fine capitolo visto l’entusiasmo degli altri componenti del gruppo e
partiamo alla volta di questa “serata disco” (e tunz e tunz e tunz… prendete
nota che questa dovrebbe essere la colonna sonora con cui accompagnare la
lettura del post).
L’avventura inizia già quando si arriva in
prossimità del luogo, con un’interminabile coda per trovare il parcheggio;
chiamati a raccolta in aiuto tutti gli dei pagani che vi vengono in mente,
riusciamo a mollare le auto e a dirigerci, con le migliori intenzioni, verso l’ingresso.
Altra coda interminabile per entrare: fra liste e
mica liste, privé e mica privé, tesserati e non tesserati… quando riesci a varcare la soglia ti sembra quasi una conquista, tale da inserirla di diritto nel tuo
curriculum vitae come nota di merito.
Se malauguratamente, avendo trascorso un tempo non
quantificabile ad aspettare, la natura fa il suo corso e senti la necessità di
espletare un bisogno fisiologico… rassegnati! Metà della serata la passerai
davanti alla porta del bagno… poi si sa, le donne vanno sempre in bagno in
coppia, per cui se anche tu non ravvisassi la necessità di farla, ma la tua
amica sì… resti lì, di fronte a quella porta maleodorante, a guardare la tua
vita che passa mentre tu aspetti di andare in bagno e in tutto questo non
dimenticate mai l’assordante e tunz e tunz e tunz!
Ora, finalmente, può cominciare la serata, ma prima
di buttarsi in pista, l’ultima fatica… prendere da bere: e che ve lo dico a
fare? C’è da mettersi in fila, pure là… e mentre sono in coda inizio a
guardarmi attorno e ad analizzare la fauna che popola quel luogo! Di solito
ammiro chi osa nel vestire e se ne frega di tendenze, forma fisica e diktat
modaioli, ma vi giuro! Io ho visto cose che voi umani non potete neanche
immaginare!!! Ve la ricordate l’elegante sobrietà che caratterizzava i costumi
e i personaggi del Rocky Horror Picture Show??? Ecco! Era niente al confronto
di ciò che si aggirava là indisturbato, l’altra sera.
Dopo lo shock dovuto al rendermi conto che con il
mio abitino, per quanto grazioso e in perfetta sintonia con il mio stile, là
dentro sembravo Maria Montessori versione grunge, ma sempre Maria Montessori,
devo ammettere di essere rimasta piuttosto spaesata, tanto da cercare un’altra
coda dietro cui mettermi in fila, anche se non c’era più niente per cui
mettersi ad aspettare.
Va beh, poi la serata ha fatto il suo corso… c’è
stato chi si è divertito e chi meno, chi ha ballato e chi no, chi ha buttato le
basi per avviare uno studio antropologico sugli usi e i costumi del popolo
della notte, chi ha chiamato uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale per
ragionare con uno specialista sulle dinamiche che si sviluppano in questi
contesti e chi da oggi è in terapia per superare il trauma di aver visto Maria
Montessori che, con uno Japan Ice in mano, cercava di diffondere il suo metodo
educativo … ma alla fin fine siamo stati bene: l’importante era stare insieme,
in coda per qualcosa, ma tutti insieme (e tunz e tunz e tunz) !!!
Alla prossima, stay tuned!
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